“Che cosa significa comunità per te?” Questa la domanda alla base della processo che ha portato alla realizzazione della mostra Side by Side: Living in Cazenove all’Hackney Museum (23 gennaio-17 Maggio 2014).

Lo scorso maggio ho incontrato alcune delle persone coinvolte nel progetto: Sue McAlpine (Collections & Exhibitions Officer, Hackney Museum), Cheryl Bowen (Community Education Manager, Hackney Museum), Tanya Harris (Our Museum Project Coordinator, Hackney Museum) e Harriet Murray (designer della mostra, co-curatrice and community partner).

Hackney MuseumQuesto incontro mi ha permesso di approfondire i contenuti della mostra, il relativo processo di progettazione Hello Cazenove! e il legame con la natura, la vision e l’approccio dell’Hackney Museum. Situato nella municipalità più etnicamente diversificata dell’Inner London, questo museo di proprietà dell’Amministrazione locale è impegnato nell’esplorare e nel rappresentare la diversità che caratterizza Hackney, principalmente attraverso il coinvolgimento della comunità locale.

Immagine: Hackney Museum by Lucia Parrino

La mostra Side by Side: Living in Cazenove e il relativo processo partecipativo sono stati realizzati nel contesto dell’iniziativa speciale Our Museum promossa dalla Paul Hamlyn Foundation. Coinvolgendo e finanziando diversi progetti nel Regno Unito, questa iniziativa mira a facilitare un processo di cambiamento organizzativo all’interno dei musei, basato sull’idea di governance e partnership attiva con le comunità di riferimento.

Il processo e la mostra all’Hackney Museum sono stati concepiti e portati avanti coerentemente con questa visione. Una volta definito un focus geografico, il museo ha intrapreso un processo “community-based and led” (Cheryl Bowen, comunicazione personale, 10 Maggio 2014), il cui esito è stato la mostra Side by Side: Living in Cazenove.

Cazenove Road è stata selezionata in virtù della sua unicità in termini di diversità culturale locale.

È probabilmente unica, credo, nel mondo. Credo che sia interessante se si pensa ai luoghi da cui le comunità sono immigrate ed ai conflitti attualmente in corso nel mondo. E poi c’è un posto ad Hackney dove … Dove ci sono una moschea e una comunità musulmana che vivono—noi diciamo “side by side” (abbiamo chiamato la mostra Side by Side)—con una comunità ebraica ortodossa—haredì—e ci sono quattro o cinque sinagoghe nell’area. Ora, questo è insolito: avere tredici comunità che vivono rispettandosi e tollerandosi in una prossimità così ristretta e che mandano i propri figli in scuole che sono letteralmente l’una di fianco all’altra. Ci sono altre comunità nell’area: turca, caraibica … La diversità è predominante, credo, in quella zona. E poiché questo è inusuale, per questo abbiamo scelto quell’area: perché abbiamo voluto dimostrare come Hackney sia un luogo dove due comunità tradizionalmente belligeranti—due comunità che in un’altra parte del mondo non hanno buone relazioni—hanno un buon rapporto. (Sue McAlpine e Cheryl Bowen, comunicazione personale, 10 maggio 2014, traduzione personale)

Side by SideNel rappresentare l’area e le persone che vi abitano, Side by Side mette in mostra contenuti eterogenei: immagini, film, opere ed installazioni realizzate da associazioni, scuole e residenti, che hanno lavorato con fotografi, registi e artisti locali. Il processo attraverso il quale gli abitanti della zona—co-creatori della mostra—hanno esplorato e rappresentato l’identità delle loro comunità ha costituito un nuovo modo di lavorare per l’Hackney Museum.

Immagine: Side by Side: Living in Cazenove by Lucia Parrino

Partecipazione e community engagement sono sempre stati centrali per il museo. Tuttavia, fino ad allora, progetti complessi—come Mapping the Change—erano stati sviluppati in modo collaborativo, ovvero con il controllo e il coordinamento del museo. Progetti riconducibili al modello co-creativo erano stati mostre di piccole dimensioni, in ogni caso realizzate seguendo la procedura per le “mostre della comunità” adottata dal museo.

Coerentemente con le richieste della Paul Hamlyn Foundation, con Hello Cazenove! le cose sono andate diversamente. Se il museo ha avuto un ruolo fondamentale nell’identificare la zona e le persone e organizzazioni interessate a partecipare al progetto, successivamente le attività ed i relativi contenuti della mostra sono stati concepiti, condotti e realizzati dalle persone coinvolte, con la supervisione di un comitato di “community partners” costituito da membri della comunità locale.

Questo esperimento ha richiesto una ridefinizione dei ruoli dello staff del museo e dei compiti tradizionali relativi alla progettazione delle mostre. Ciò ha comportato alcune difficoltà legate alla collettività della leadership e del processo decisionale. È stata una sfida che ha richiesto sforzi sia da parte dei museo che da parte dei gruppi locali ed in relazione alla quale il museo sta ancora valutando costi e benefici.

Indubbiamente, l’ottima qualità ed il successo della mostra sono stati il risultato della passione, della professionalità e del lavoro in gran parte volontario delle persone coinvolte. Secondo Harriet Murray questo tipo di coinvolgimento culturale fa totalmente affidamento sul trovare persone appassionate (comunicazione personale, 10 maggio 2014).

Di conseguenza, vi sono dubbi sulla sostenibilità di tale processo in quanto modalità di progettazione e creazione di mostre. Al tempo stesso, il risultato di Hello Cazenove! non consiste esclusivamente nella mostra e negli eventi connessi, ma anche in quelle attività, workshop e incontri che hanno portato alla realizzazione della mostra. Questi momenti partecipativi hanno avuto un valore in sé, come occasioni di socialità e di produzione e consumo culturali, resi possibili grazie al progetto del museo.

Riconoscendo tanto i risultati positivi quanto le difficoltà, l’Hackney Museum sta analizzando attentamente l’esperienza di Hello Cazenove! e Side by Side, al fine di integrare quanto appreso con l’approccio centrato sulla comunità che è proprio del museo.